Monumenti e luoghi di interesse
- Chiesa di Santa Maria Assunta (XVI secolo)[7], con una pregevole scultura lignea policroma della Madonna in adorazione del Bambino (1499), ad opera di Giovanni Antonio di Giordano, scultore norcino. La chiesa è stata costruita nella prima metà del 1500, il portale, datato 1528 fu ricomposto dopo il terremoto del 1703. L’interno è a pianta centrale con cupola ottagonale. L’altare maggiore in legno intagliato racchiude la scultura del Crocifisso con le figure dei Dolenti dipinte su tavola di fondo (XVI secolo). Nei due bracci laterali affreschi con i Misteri del Rosario di Camillo e Fabio Angelucci (1582) e Storie di Sant’Antonio Abate (fine XIV secolo). Sui rispettivi altari rinascimentali Madonna in adorazione del Bambino (già citata precedentemente) e S. Antonio Abate (terracotta policroma della fine del ‘500). La cupola della chiesa fu affrescata a fine ‘800[8]. La chiesa, a causa del Terremoto del Centro Italia del 2016 ha subito importanti danneggiamenti già dopo la scossa che ha distrutto Amatrice il 24 agosto 2016 a seguito della quale è stata messa in sicurezza[9]. La successiva scossa del 30 ottobre 2016 ha causato il suo crollo completo[10].
- Di interesse sono i portali delle antiche abitazioni e costruzione di Castelluccio[11], le icone che sovrastano le strade della frazione[12] e le lapidi che segnano eventi o personalità che hanno segnato la storia del paese[13].
- Caratteristiche sono le scritte sui muri fatte con la calce negli anni ’60 e ’70 ancora visibili. Le scritte fanno riferimento a litigi paesani e tensioni amorose, spesso in rima, scritte in castellucciano e comprensibili a chi conosceva l’antefatto della vicenda a cui fanno riferimento[14].
- Parco nazionale dei Monti Sibillini (1993), area protetta di 72 000 ha che ospita animali quali il lupo, il camoscio d’Abruzzo, l’aquila reale ed il falco pellegrino;
- il Monte Vettore (2 478 m), uno dei più alti monti dell’appennino centrale, nonché cima più alta delle Marche. A breve distanza dalla sommità, si trova il Lago di Pilato (1 941 m), di origine glaciale. Le sue acque ospitano una colonia di Chirocefalus Marchesoni, un minuscolo crostaceo;
- la Cima del Redentore (2 448 m), cima più alta dell’Umbria, e l’omonima spettacolare cresta che consente una superba vista aerea sui piani di Castelluccio;
- la Grotta della Sibilla (2 150 m), abitata secondo la leggenda da una maga capace di predire il futuro;
- i Piani di Castelluccio (1 350 m), di circa 15 km², rappresentati principalmente dal Pian Grande e dal Pian Perduto. Essi sono famosi per la fioritura, ossia l’imponente fenomeno di fioritura che colora il piano tra la fine di maggio e l’inizio di luglio (soprattutto papaveri, fiordalisi, margherite). Nel 2014 viene festeggiata ufficialmente nel paese domenica 29 giugno.
- Sulla piana di Castelluccio è visibile un bosco a forma di Italia a ridosso del Pian Grande[15]. Le conifere che la formano furono piantate durante la X Festa della Montagna del 1961 per volontà del ministro Mariano Rumor titolare all’epoca del Ministero dell’agricoltura[16] e per celebrare il centenario dell’unità d’Italia.
- La fioritura di Castelluccio avviene ogni anno tra la fine di maggio e i primi di luglio nel Pian Grande e nelle valli di Castelluccio, e consiste in una massiccia fioritura di migliaia di fiori che a seconda della coltivazione dei campi sono di una sfumatura cromatica differente creando un mosaico di colori[17].
Gli Altipiani di Castelluccio tra fiori, colori e… lenticchie
Si trovano lungo il versante umbro dei Monti Sibillini, ai piedi del Monte Vettore (anche noto come Cima del Redentore) e il loro territorio comprende località come Norcia e Castelsantangelo sul Nera. Gli Altipiani di Castelluccio, che lo scrittore Fosco Maraini definì come il luogo in Italia che più somiglia al Tibet, è una meta da non perdere per tutti gli amanti della natura, che si trovano di fronte a scenari di incredibile bellezza.
Gli Altipiani si trovano a circa 1.300 metri d’altezza, e sono tre: il Pian Grande, il Pian Piccolo, il Pian Perduto che, nel complesso, costituiscono il maggior altipiano appenninico dopo quello di Campo Imperatore.
Le immagini più famose degli Altipiani di Castelluccio sono quelli della sua fioritura delle lenticchie, che colora la superficie di mille colori regalando scenari da sogno. Unica per il suo aspetto policromo e per le sue ridotte dimensioni, la lenticchia di Castelluccio ha ottenuto nel 1997 il riconoscimento europeo di Indicazione Geografica Protetta (IGP); non è, dunque, una lenticchia come tutte le altre!
Il periodo della fioritura va dalla fine di maggio all’inizio di luglio, ed è dunque il periodo migliore per visitare la zona, periodo durante il quale pascoli e prati si trasformano in un dipinto vivente fatto di tutti i colori che la tavolozza della natura ha a disposizione. Il rosso dei papaveri, il giallo dei narcisi, il blu dei fiordalisi e l’intenso viola dei fiori omonimi creano dei giochi cromatici spettacolari, che cambiano con l’avanzare dei giorni e che si possono ammirare dall’alto delle tante collinette che circondano la vallata.
Non solo: esistono dei veri e propri punti panoramici dai quali è ancor più consigliabile ammirare lo spettacolo, come quello – dotato di tanto di cannocchiale naturalistico – che si trova presso l’agriturismo “La Valle delle Aquile”, da dove lo sguardo può spaziare sulle cime del Monte Lieto, del Monte Vettore, del Monte Prata e dell’Argentella.
…..non solo colori: cosa fare tutto l’anno
Il periodo che va dalla primavera inoltrata agli inizi dell’estate è dunque il più consigliato per una visita a Castelluccio di Norcia, quello che vede i maggiori flussi turistici e i tanti visitatori intenti nelle più diverse attività disponibili.
Dalle passeggiate a dorso di mulo o di asino lungo i prati in fiore ai tanti sentieri da trekking e per mountain bike che si inerpicano sui Monti Sibillini, l’offerta è estremamente ricca e capace di venire incontro ad ogni esigenza (e desiderio). Se sei particolarmente coraggioso, sappi che l’altopiano di Castelluccio è rinomato in tutto il mondo per la pratica degli sport in volo come il parapendio, rigorosamente con vista sul Pian Grande e sul Pian Perduto.
Le attività da fare non mancano neanche durante la stagione invernale, quando gli Altipiani di Castelluccio si trasformano in piccoli paradisi per gli appassionati di sci di fondo e delle ciaspolate sulla neve.
…..il balcone dell’altopiano
È un piccolo borgo che, dall’alto dei suoi quasi 1500 metri d’altezza rispetto agli Altipiani di Castelluccio, è anche noto come il ‘tetto dell’Umbria’: Castelluccio di Norcia, nonostante sia stato gravemente danneggiato dal terribile terremoto 2016, continua ad essere uno dei borghi più belli da visitare nel centro Italia, luogo dove il tempo sembra essersi fermato, scolpito in una cornice naturale di rara bellezza.
In questo minuscolo borgo dove abitano poco più di un centinaio di persone, ti troverai catapultato in un mondo a parte: il borgo di Castelluccio di Norcia è un ricamo di casette in pietra addossate le une alle altre e separate solo da ripide scalinate, dove dominano dolcemente costruzioni come la Chiesa di Santa Maria Assunta e la vicina porta d’ingresso della città (l’unica rimasta in piedi delle originali).
Durante la tua passeggiata nel borgo, fai attenzione ai muri delle case, su cui spesso potresti trovare delle curiose scritte satiriche. Le frasi, scritte in dialetto, comparvero per la prima volta negli anni Sessanta e si riferiscono a fatti effettivamente accaduti all’epoca. Alludevano ad un soggetto specifico, ma senza mai rivelarne il nome, e nel tempo scrivere queste frasi sui muri divenne una vera e propria tradizione che si è mantenuta inalterata fino ai giorni nostri.
…..tra curiosità e leggenda
Ci sono alcune cose che probabilmente non sai di Castelluccio di Norcia.
Ad esempio, sapevi che è la tappa finale dell’itinerario del Sentiero Europeo E1 che univa Capo Nord in Norvegia con Capo Passero in Sicilia? Si tratta di un percorso inaugurato il 2 Luglio 1972 e lungo oltre 6.000 km (oggi per inagibilità di una parte di esso ridotto a circa 4.900 km).
Non solo: il territorio di cui Castelluccio di Norcia fa parte è storicamente terra di antiche leggende, spesso legate alle figure mitologiche di Sibilla e delle sue fate. Pare che di notte a Castelluccio le fate scendessero a valle per civettare con gli uomini del paese, che non sapevano resistere a quelle donne bellissime e che facilmente cadevano vittime del loro fascino (oltre che dei loro incantesimi). Solitamente le fate tornavano nelle loro dimore alle prime luci dell’alba, ma sembra che durante una festa notturna non si accorsero del sole che stava sorgendo e, nella fretta di fuggire, con i loro piedi caprini segnarono una parete del Monte Vettore, la faglia che taglia il monte a duemila metri di quota e che ancora oggi è visibile e appunto chiamata Strada delle Fate.