Complesso templare di San Bevignate.

San Bevignate è una chiesa sconsacrata che si trova a Perugia in via Enrico dal Pozzo. Il complesso architettonico è legato alla storia dei Templari, ed è una delle testimonianze meglio conservate dell’Ordine dei Cavalieri del Tempio.le fonti a partire dal 1237. Complesso templare di San Bevignate.

Il complesso templare di San Bevignate è stato ufficialmente riaperto al pubblico nel 2009 e rappresenta oggi uno dei cardini del circuito museale comunale; è inoltre uno spazio pubblico di grande fascino e suggestione, destinato ad accogliere iniziative ed eventi culturali di rilievo.

Nel 2017 l’Amministrazione Comunale ha aderito, in qualità di membro attivo, alla Templar Route European Federation, associazione europea che vede tra i suoi membri fondatori la città francese di Troyes del Dipartimento di Aube en Champagne, quella portoghese di Tomar e la spagnola Ponferrada. L’obiettivo principale della TREF è quello di riunire i territori segnati dalla presenza di emergenze monumentali collegabili ai Templari, al fine di realizzare uno specifico itinerario culturale riconosciuto dal Consiglio d’Europa.

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Abbiamo installato, in collaborazione con il “JACO BAR DAI TEMPLARI“, una webcam che riprende una parte della valle del Tevere da cui è possibile ammirare il sorgere del sole (sullo sfondo è possibile ammirare, quando le condizioni meteo lo permettono, la cima del monte Vettore).

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Un pò di storia…

La vicenda della chiesa si intreccia profondamente con quella dell’ordine dei templari. San Bevignate, definito “il santo misterioso di Perugia”, fu un eremita locale, della cui esistenza non si hanno prove certe, che catalizzò un complesso intreccio di fatti religiosi e civili sviluppatisi a Perugia intorno alla metà del Duecento. Il culto di San Bevignate culminò nel 1453 con una cosiddetta “canonizzazione laica” effettuata da parte di autorità politiche del tempo anche per andare incontro alle sempre più pressanti richieste della cittadinanza perugina che richiedeva a gran voce la santificazione del misterioso eremita e celebrarne così la festa il 14 maggio. Bevignate è protagonista della Lezenda bolognese di Fra Raniero Fasani all’interno della quale è riconosciuto come colui il quale introdusse a Perugia le processioni penitenziali, dette generalis devotio, dei Flagellanti e dei Disciplinati. Tali riti si diffusero presto nell’intera Italia centro-settentrionale e nella città di Roma. La stessa costruzione del tempio è frutto di varie componenti:

  • la “grande devozione” dei disciplinati o flagellanti, un movimento partito da Perugia nel 1260 e diffusosi in tutta Italia;
  • il programma del “popolo”, il nuovo ceto di governo della città che intendeva erigere una “propria” Chiesa e che avrebbe voluto disporre di un “proprio” santo (ma, nonostante i suoi sforzi, Bevignate non fu mai canonizzato);
  • l’esistenza nell’area di una ricca molteplicità di esperienze eremitiche (dal “mitico” san Bevignate a Raniero Fasani, iniziatore del movimento dei disciplinati, a molti altri ancora);
  • l’iniziativa dei Templari, rivelatasi infine decisiva, di dotarsi di un proprio tempio in sostituzione del vecchio insediamento di San Giustino d’Arna da cui furono scacciati nel 1277.

L’edificio risulta in costruzione tra il 1256 e il 1262 e fu poi Bonvicino, un frate cavaliere assai influente durante i pontificati di Gregorio IXInnocenzo IV e Alessandro IV, a concretizzare il progetto dei Templari. Lo stesso Bonvicino provvide ad inviare una lettera alle autorità cittadine intitolatata super aedificatione ecclesiae Sancti Benvegnati. Nel 1312, con la soppressione dell’Ordine templare, il monastero passò ai cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme. Nel 1324 Ricco di Corbolo, un mercante di Perugia, acquistò tutto il complesso e vi insediò una comunità monastica femminile per la moglie Caterina, la figlia Coluccia ed altre 23 monache, posta sotto la regola dell’Ordine di San Giovanni. Nel 1517, per problemi economici, le monache furono costrette ad abbandonare il monastero che ritornò in possesso dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme. Da quella data la chiesa perde progressivamente d’importanza e nel 1860, con la soppressione di vari enti religiosi, la chiesa diviene proprietà del Comune ed è definitivamente secolarizzata.

La tipologia del tempio, nato come luogo di culto di un ordine militare, mostra strette affinità con le spoglie e disadorne cappelle fatte costruire dai frati cavalieri in Palestina e presenta le stesse caratteristiche architettoniche della chiesa di Santa Maria di Monteluce e dell’abbazia di Santa Maria di Valdiponte a Montelabate, costruite sulla medesima linea di orientamento campagna-città su cui è posta la stessa San Bevignate. All’interno è una navata unica con due campate coperte da volte a crociera (mentre la copertura originale doveva essere a capriate); l’abside quadrata, posta al di sopra di una cripta e leggermente rialzata rispetto al piano della chiesa, è introdotta da un grandioso arco trionfale. Tutta la storia del luogo traspare in modo evidente dai cicli iconografici di diverse epoche compresenti sulle pareti: la Processione di flagellanti, la splendida Battaglia fra templari e musulmani e la breve Legenda di san Bevignate, sul cui mantello molti pellegrini e devoti incisero i propri graffiti nel corso del Quattrocento e del Cinquecento. La navata e l’abside sono ricoperte di interessanti affreschi iniziati subito dopo l’edificazione del tempio. Nella cella absidale, dove compaiono anche numerosi motivi simbolici collegati con l’Ordine templare come croci cosmologiche, cioè croci sovrapposte a cosmi rappresentati come cerchi, e stelle, si susseguono dipinti (12601270) vicini per stile ad altri esempi perugini del XIII secolo, come quelli in San Prospero, A questa stessa fase decorativa appartengono anche gli affreschi dell’arco trionfale e della controfacciata, mentre ad un periodo successivo, databile intorno al 1280 (probabilmente coincidente con una riconsacrazione della chiesa), sono riferibili le figure di Apostoli incorniciate in riquadri, distribuite per tutto il perimetro dell’edificio. I dipinti rilevano una conoscenza della cultura bizantina e classica, ma il motivo delle croci inscritte nei medaglioni, ricorda le sculture degli Apostoli della Sainte-Chapelle di Parigi quindi anche nella lontana Perugia, per i monaci templari la Francia era un modello di omologazione culturale imprescindibile.

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