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Il monte Amiata è un gruppo montuoso di origine vulcanica, situato nell’Antiappennino toscano, tra la Maremma, la Val d’Orcia e la Val di Paglia, compreso tra la provincia di Grosseto e quella di Siena (Toscana).
L’origine del toponimo Amiata è stata da alcuni individuata nel latino ad meata, ossia «alle sorgenti»[1]. Altre ipotesi sull’etimo del toponimo Amiata sono state rappresentate in una rivista storico-culturale locale[2], ove si indica una derivazione da mons Tuniatus-Montuniata, con riferimento a Tinia, la massima divinità etrusca. Un’altra interpretazione, ormai desueta ma pur sempre affascinante, vuole fare risalire il toponimo del massiccio montuoso alla versione dell’alto tedesco antico della parola Heimat, heimôti (“casa”, “piccola patria” o “luogo natio”), eredità del dominio longobardo [senza fonte]
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Il Monte Amiata è un vulcano Pleistocenico che si imposta, spazialmente e temporalmente, a cavallo tra la Provincia Magmatica Toscana (PMT) e quella Romana (PMR) entrambe caratterizzate da una differente natura composizionale alla sorgente mantellica (Peccerillo, 2005; Conticelli et alii, 2010).
Il vulcano Monte Amiata è stato attivo per un breve intervallo di tempo durante il tardo Pleistocene, tra 305.000 e 231.000 anni fa (e.g., Laurenzi et alii, 2015), contemporaneamente al periodo di attività del vulcanismo Romano (e.g., Peccerillo, 2005; Avanzinelli et alii, 2009). La collocazione a circa 60 km NORD-EST dai vulcani di Bolsena e Latera (distretto dei Vulsini), rappresenta il prolungamento settentrionale della catena Pleistocenica dei vulcani Romani (Mattei et alii, 2010). L’eruzione del vulcano è avvenuta attraverso una fessura orientata SSW-NNE, al di sopra di un già presente rilievo montuoso, dando vita all’attuale edificio vulcanico del Monte Amiata il quale è stato caratterizzato dalla messa in posto di piccole colate di lava e estrusioni di domi.
La successione vulcanica del Monte Amiata è dominata da lave viscose con alto contenuto in silicio e ricche in sanidino, impilate a formare dei domi esogeni (e.g., Mazzuoli & Pratesi, 1962; Ferrari et alii, 1996). Le successioni magmatiche sono state suddivise, per convenzione, sulla base della loro natura geochimica e petrografica.
Il primo episodio di messa in posto, il Basal Trachydacitic Complex (BTC)(Marroni et alii, 2015a), è stato estruso intorno i 305 ka (Laurenzi et alii, 2015; Cadeoux & Pinti, 2009). Questa Formazione è stata generata dall’impilamento di lingue di lava reomorfiche molto probabilmente dovute al collasso di un iniziale duomo, costituito da un crystal-mush (quando il contenuto dei cristalli nel magma è tra il 50-70%)(e.g., Conticelli et alii, 2015a). Queste colate di lava sono caratterizzate dalla presenza di bande di flusso caotiche e di taglio, mostrando cristalli fratturati allineati che vanno ad indicare un allineamento dovuto alla deformazione duttili e rimobilitazione del duomo durante il lento collasso gravitativo. In passato si pensava che questa Formazione fosse stata generata da un evento eruttivo di tipo esplosivo con la generazione di flussi piroclastici, questa ipotesi è stata screditata data l’assenza di quelle che vengono definite come shard-glass (fiamme) osservate in petrografia. La composizione chimica delle rocce del BTC mostra una certa omogeneità così come le caratteristiche petrografiche è può essere collocata nel campo composizionale delle trachiti/trachidaciti (Ferrari et alii, 1996; Conticelli et alii, 2015a).
Il secondo episodio ha messo in posto i principali corpi domiformi attualmente presenti che vanno a formare le principali vette del Monte Amiata. Questo evento è stato definito da Ferrari et alii (1996) Dome and massive Lava flow Complex (DLC), messo in posto contemporaneamente al collasso del duomo BTC. Il DLC è formato dai duomi di Trauzzolo, Pinzi, Biello & Pescina, Bellaria, Montagnola e Pianello & Cantore (Marroni et alii, 2015a). Le rocce possono essere classificate in un intervallo composizionale che va da trachidaciti a olivin-latiti. Sono di interesse petrologico e petrografico la presenza di megacristalli di sanidino (Landi et alii, 2019) ed enlclave mafici arrotondati (Ferrari et alii, 1996; Conticelli et alii, 2015a).
L’ultimo episodio eruttivo ha messo in posto delle piccole colate di lava, sopra il duomo La Vetta, definite con il nome di Olivin-Latite Final lavas (OLF) (Ferrari et alii, 1996), datate a circa 231 ka (Laurenzi et alii, 2015). La natura composizionale è già definita dal nome stesso di questa unità, la caratteristica principale risiede nella presenza di enclave mafici arrotondati dalla dimensione anche di qualche metro.
In conclusione, la natura geologica e magmatologica del vulcano Monte Amiata è complessa ed eterogenea in quanto avviene l’interazione di due tipi di magmi con una differente natura composizionale e genetica alla sorgente che dà vita a questo vulcano dallo stile eruttivo poco energetico. Inoltre, ci sono ancora diversi dubbi riguardo alla storia di intrusione di questi magmi nella crosta litosferica, si pensa infatti che la presenza di un grosso plutone magmatico in raffreddamento alla profondità di 7–8 km sia la causa da attribuire all’elevato flusso di calore del campo geotermico amiatino.
l monte Amiata è collocato nella Toscana meridionale, dove svetta sulle valli circostanti, tra cui vanno citate la Val d’Orcia, la Maremma, la vallata del lago di Bolsena, il Chianti. Il massiccio montuoso, oltre all’omonima vetta che raggiunge i 1738 metri sul livello del mare, include anche una serie di cime, in continuità l’una con l’altra. Sul versante grossetano spiccano i rilievi di Poggio Trauzzolo (1.200 metri), Monte Labbro (1.193 metri), Monte Civitella (1.107 metri), Monte Buceto (1.152 metri), Monte Aquilaia (1.104 metri) e monte Calvo (930 metri); sul versante senese ritroviamo, tra le vette più alte, Poggio Zoccolino (1.035 metri), Poggio Le Perazzette (922 metri) e Poggio Roccone (913 metri).
È un antico vulcano, ormai spento, con presenze di rocce e di laghetti di origine vulcanica. Vi si trovano, inoltre, le sorgenti dei fiumi Fiora, Vivo, Albegna e Paglia. Le sorgenti, che sgorgano in notevole quantità laddove finiscono le rocce trachitiche e inizia il basamento calcare-argilloso, costituiscono una imponente ricchezza idrica che caratterizza da sempre questo rilievo vulcanico. Le origini vulcaniche del massiccio montuoso hanno mantenuto l’attività sismica nella zona.
Tra i vari eventi verificatisi, c’è da segnalare il terremoto del 3 novembre 1948 che ebbe come epicentro l’area montana a cavallo delle province di Grosseto e Siena, raggiungendo la magnitudo 5,03 della scala Richter e il VI-VII grado della scala Mercalli. Altri eventi sismici che hanno interessato l’area amiatina hanno avuto invece come epicentri le località di Arcidosso, Santa Fiora, Abbadia San Salvatore e Piancastagnaio[3].
Nel territorio amiatino vi sono inoltre situate numerose aree protette: la riserve naturali del Monte Labbro, di Pescinello, del Bosco dei Rocconi, di Poggio all’Olmo, della Santissima Trinità, del Monte Penna ed inoltre un importante parco faunistico.
Comune | Provincia |
---|---|
Abbadia San Salvatore | Siena |
Arcidosso | Grosseto |
Castel del Piano | Grosseto |
Castell’Azzara | Grosseto |
Castiglione d’Orcia | Siena |
Piancastagnaio | Siena |
Santa Fiora | Grosseto |
Seggiano | Grosseto |
L’area del Monte Amiata è poco densamente abitata, formata perlopiù da piccoli centri disposti lungo le valli del monte, sia nel versante grossetano che in quello senese, soprattutto nelle aree situate ad ovest e ad est della vetta, dove sono situati i centri principali. L’area compresa dai comuni di Abbadia San Salvatore, Arcidosso, Castell’Azzara, Castel del Piano, Castiglione d’Orcia, Piancastagnaio, Santa Fiora e Seggiano conta una popolazione complessiva di 25.453 abitanti, mentre se vengono considerati anche quei comuni situati più a valle che però fanno parte dell’Unione dei Comuni del Monte Amiata, sia sul versante grossetano (Cinigiano, Roccalbegna, Semproniano), sia sul versante senese (Radicofani, San Quirico d’Orcia), si raggiunge una popolazione di 32. 167 abitanti[4].
I centri più abitati sono quelli di Abbadia San Salvatore (6.275 abitanti), sul versante senese e capoluogo dell’Unione dei Comuni Amiata Val d’Orcia, e di Castel del Piano (4.700 abitanti) per il versante grossetano, anche se il Centro Amministrativo principale è quello di Arcidosso (4.460 abitanti), capoluogo dell’Unione dei Comuni Amiata Grossetano.
INFORMAZIONI | |
---|---|
Monte Amiata | |
Il monte Amiata al tramonto | |
Stato | Italia |
Regione | Toscana |
Provincia | Grosseto Siena |
Altezza | 1 738 m s.l.m. |
Prominenza | 1 490 m |
Catena | Antiappennino toscano (negli Appennini) |
Ultima eruzione | ca. 230.000 anni fa (nel Pleistocene superiore) |
Codice VNUM | 211800 |
Coordinate | 42°53′15.9″N 11°37′27.73″E |