LUOGHI E PANORAMI NASCOSTI. Perugia e il suo acquedotto
L’acquedotto di Perugia (anche chiamato Acquedotto medievale della Fontana Maggiore) rappresenta una delle più significative opere di ingegneria medievale in Italia. Costruito tra il XIII e il XIV secolo, ha svolto un ruolo cruciale nel rifornimento idrico della città, contribuendo allo sviluppo urbano e al benessere dei suoi abitanti. Oggi, l’acquedotto è un monumento storico di grande interesse turistico e culturale.
La costruzione dell’acquedotto, lungo all’incirca 4 km, ebbe inizio nel 1254 per condurre l’acqua da monte Pacciano alla Fontana Maggiore e, sotto la guida di Fra’ Bevignate e di Boninsegna da Venezia, fu terminato nel 1280. Senza l’ausilio di pompe o altri strumenti, ma con l’utilizzo di un condotto forzato a pressione si riuscì ad imprimere all’acqua il moto inverso; un’impresa idraulica di straordinaria arditezza. Nel 1322, come indica la targa nel bacino superiore della “Fontana maggiore”, venne terminata la realizzazione di un altro tracciato più diretto, ma con dislivello e pressione maggiore, sotto la guida di Fra’ Vincenzo ed il supporto tecnico di Cola Gaboffi e Paolo Barzi. Successivi miglioramenti tecnici furono apportati nei secoli successivi da interventi progettati e diretti da Vincenzo Danti e Ruggero Boscovich.
Il percorso dell’acquedotto era in parte sotterraneo e in parte sopraelevato, con un tratto che attraversava la città vecchia su arcate di pietra. Questa parte visibile, che si snoda attraverso il centro storico, è oggi una suggestiva passeggiata pedonale che permette di ammirare scorci panoramici della città e del paesaggio circostante.
L’acquedotto di Perugia era un’opera ingegneristica avanzata per l’epoca. Costruito principalmente in pietra locale, utilizzava un sistema a gravità per far scorrere l’acqua dalle sorgenti alla città. La pendenza era calcolata con precisione per garantire un flusso costante e regolare, evitando ristagni e perdite.
Le arcate, costruite con cura per resistere alle sollecitazioni del tempo, rappresentano uno degli elementi più caratteristici del percorso. Il tratto più famoso è quello che attraversa il borgo di Porta Sole, dove l’acquedotto corre su una fila di archi che regalano una vista mozzafiato.
L’acquedotto non solo garantiva l’approvvigionamento idrico, ma aveva anche un’importante funzione sociale e simbolica. Rappresentava il potere e l’efficienza del Comune di Perugia, un’entità politica che si affermava grazie alla capacità di gestire risorse vitali come l’acqua.
Durante il Rinascimento e fino all’età moderna, l’acquedotto è rimasto in uso, subendo vari interventi di manutenzione e ristrutturazione. Ancora oggi, alcune delle sue parti sono integrate nel moderno sistema idrico della città.
L’acquedotto fu dismesso nel 1835, a causa di continui problemi funzionali e manutentivi, e se ne costruì uno nuovo con l’acqua proveniente da Bagnara di Nocera Umbra diretta al serbatoio di Monteripido. Oggi, presso il monte Pacciano, in zona San Marco e Ponte d’Oddi, sono ancora visibili le arcate ricostruite nel corso dei secoli in stile medievale, ma questi preziosi ruderi sono ormai coperti dai rampicanti.
Oggi, l’acquedotto di Perugia è un itinerario turistico molto apprezzato. Il percorso pedonale che segue l’antico tracciato dell’acquedotto è noto come “Via dell’Acquedotto” e offre una passeggiata tranquilla e panoramica attraverso il centro storico e le aree verdi circostanti.
Lungo il percorso, si possono osservare diversi punti di interesse, tra cui antiche fontane, resti di cisterne e segmenti delle condotte originarie. Inoltre, la passeggiata offre una prospettiva unica sulla struttura urbana di Perugia, con i suoi vicoli stretti, le scalinate e le case medievali. Purtroppo gran parte di questa bellissima struttura è stata abbandonata a se stessa, ma fortunatamente alcuni quartieri di Perugia stanno portando avanti un’attività di recupero storico/architettonico, in particolare il Circolo di Ponte d’Oddi, situato lungo il percorso dell’acquedotto, che mossi principalmente da passione hanno coinvolto la cittadinanza alla sua riscoperta, attraverso visite guidate, conferenze, opere editoriali.
L’acquedotto è una testimonianza straordinaria dell’ingegneria medievale e del valore che la gestione delle risorse idriche aveva per le città dell’epoca. Oggi, oltre a essere un’importante attrazione turistica, rappresenta un patrimonio storico e culturale di inestimabile valore, un simbolo della capacità umana di adattare l’ambiente alle proprie necessità senza compromettere la bellezza e l’integrità del paesaggio.
Attraverso la sua conservazione e valorizzazione, l’acquedotto continua a raccontare la storia di Perugia, una città che ha saputo crescere e prosperare grazie anche alla saggezza e alla lungimiranza dei suoi antichi abitanti.