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Meteogramma di l'Aquila (AQ)

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Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

L’Aquila (AFI/ˈlakwila/,[5] pronuncia,[?·info] Aquila fino al 1863 e Aquila degli Abruzzi fino al 1939) è un comune italiano di 69 551 abitanti,[2] capoluogo dell’omonima provincia e della regione Abruzzo. Si trova al centro della conca aquilana, lungo il fiume Aterno e alle pendici del Gran Sasso.

La città fu fondata nel 1254 in funzione anti-feudale da 99 castelli, piccoli agglomerati urbani nati in seguito alla caduta dell’Impero romano d’Occidente, che si federarono per costruire una grande città. Distrutta poi da Manfredi di Sicilia, nel 1266 Aquila venne ricostruita come libero comune con Carlo I d’Angiò.[6] Amiternum e Forconium erano le due città anticamente presenti nei dintorni dell’attuale capoluogo che, in seguito alla fondazione di Aquila, persero importanza e decaddero.

Parte del Regno di Napoli e capoluogo prima dell’Abruzzo Ulteriore e poi dell’Abruzzo Ulteriore Secondo, nel XV secolo, grazie alla sua economia, Aquila divenne la seconda città dello stato per importanza, subito dopo Napoli.[6] Sotto il dominio asburgico, tra il XVI e il XVII secolo, visse un periodo di altalenante crescita economica che venne però bruscamente interrotta dal catastrofico terremoto del 1703, che per molti anni riportò la città nella decadenza. Conobbe infatti un nuovo sviluppo economico e culturale soltanto nell’Ottocento.

Nonostante i forti terremoti del 1315del 1461, del 1703 e del 2009, all’Aquila è ancora presente un ampio patrimonio storico che mostra uno strato medievale testimoniato soprattutto dalla cinta muraria, uno rinascimentale che caratterizza numerosi palazzi e chiese e infine uno barocco e neoclassico dovuto alle ricostruzioni post sisma settecentesche.

L’Aquila è sede di un giubileo annuale, la Perdonanza Celestiniana, istituita da papa Celestino V nel 1294 tramite la bolla pontificia Inter sanctorum solemnia e patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO dal 2019.[7]

La città sorge al centro della conca aquilana nella media valle dell’Aterno,[8] in posizione baricentrica rispetto al massiccio del Gran Sasso,[9] che lo circonda insieme con la catena del Sirente-Velino, in particolare dal gruppo montuoso di Monte Ocre-Monte Cagno.[10] La città è situata a sinistra del fiume Aterno, che la attraversa per circa 20 km,[11] ed è lambita da altri tre fiumi di dimensioni minori, affluenti del primo: il Vetoio a Coppito, il Raio a Sassa e il Vera a Tempera.[12] Il centro storico è situato su di un colle a un’altitudine di 721 m sul livello del mare,[13] il che la rende terza tra i capoluoghi di provincia italiani più alti,[N 1][6][13] mentre le frazioni sono situate sul declivio o sulla sommità dei colli circostanti.

Il territorio comunale dell’Aquila è molto esteso: infatti è il nono in Italia per superficie;[14] più dei tre quarti di esso è soggetto ad una protezione ambientale e il 49% è area protetta da parchi nazionali o riserve naturali.[15] Questa area geografica è caratterizzata dalla conservazione del tipico paesaggio rurale delle aree dell’Appennino, come la consistente presenza di alberi di mandorlo.[16] Il territorio comunale presenta un’exclave in territorio montano, al confine con il parco naturale regionale Sirente-Velino e la riserva naturale Montagne della Duchessa.

Nel territorio comunale ci sono anche 3 laghi di piccole dimensioni (il lago Vetoio e i due laghi di Bagno)[17][18] e all’interno di esso ricade una piccola parte del lago di Campotosto.[19] Complessivamente è presente una sensibile escursione altimetrica, in quanto più della metà della superficie comunale è situata al di sopra dei 1000 m s.l.m. [15] e anche perché l’altitudine massima che si raggiunge è di 2866 m s.l.m., a fronte di una minima di 580 m.[20] Nel secondo dopoguerra, l’espansione urbanistica si è concentrata nella periferia occidentale della città, in una zona a carattere prevalentemente pianeggiante.[21]

In base alle medie climatiche ufficiali 1951-2000 pubblicate dall’ARSSA Abruzzo, relative alla stazione meteorologica del centro storico, la media annua delle temperature minime si attesta a 4,9 °C, la media annua delle massime a 13,5 °C, mentre la temperatura media annua è pari 9,2 °C. La massima assoluta, di 40 °C, è stata rilevata il 27 agosto 1960, mentre l’estremo negativo è di −17,8 °C, registrato il 17 febbraio 1956; inoltre è stato rilevato un −22,3 °C il 16 febbraio 1929.[22][23] Il valore termico più basso registrato nel territorio comunale spetta però alla stazione meteorologica dell’Aeronautica Militare[24] situata presso l’Aeroporto di L’Aquila-Parchi, che il giorno 11 gennaio 1985 arrivò a toccare i −23,4 °C.[25] Le precipitazioni sono in media di 968 mm annui con 102 giorni piovosi,[26] mentre sono 68 i giorni di gelo durante l’anno.[27]

Quando fu scelto il sito per la fondazione della città, si individuò un luogo chiamato Acculi, vicino anche al fiume Aterno, corrisponde all’attuale Borgo Rivera, dove si trova la fontana delle 99 cannelle; al tempo della fondazione vi era in quell’area una chiesa con un monastero, Santa Maria ad Fontes de Acquilis, così chiamato perché era un’area ricca di sorgenti.[31] La zona era in una posizione strategica tra i due poli entro i quali doveva nascere il nuovo centro urbano e cioè i due centri di Forcona e Amiterno. Fu dunque scelto per la nuova città il nome di “Aquila”, che riprendeva il toponimo già esistente, ma che richiamava anche l’emblema dell’aquila imperiale, secondo il diploma di fondazione attribuito all’Imperatore Corrado IV.

Nello stemma della città è raffigurata infatti un’aquila. Lateralmente appaiono il motto Immota manet, che significa “Resta ferma” ed è forse tratto da un verso del poeta latino Virgilio, che attribuisce alla quercia la capacità di radicarsi fortemente e dunque di restare ferma,[32] e l’abbreviazione “PHS”, che secondo alcuni, è un errore di trascrizione del cristogramma IHS, mentre altri pensano che significhi publica hic salus, cioè “qui [c’è] la salute pubblica”. Secondo un’altra tesi, starebbe per post hanc stragem, riferendosi alla rinascita dopo un sisma.[32][33] La città dopo l’unità d’Italia assunse la denominazione “Aquila degli Abruzzi”, ma cambiò nuovamente nome durante il regime fascista, acquisendo quello attuale.[28]

La conca aquilana era abitata già nei tempi più antichi. Prima della conquista da parte di Roma, tutta la valle dell’Aterno fu luogo di insediamento per i Sabini e per i Vestini,[34] i cui territori confinavano proprio nel punto dove in futuro sarebbe sorta la città.

Dopo la conquista dei Romani, avvenuta nel III secolo a.C.,[35] nella località di San Vittorino esisteva la città di Amiternum, dove sono presenti i resti di un teatro e di un anfiteatro romani, testimoni dell’importanza assunta nel tempo dalla città.[36][37] Essa diede i natali a Sallustio e fu sede episcopale insieme alle vicine città di Forconium e Pitinum.[38] Sopravvissuta alla caduta dell’Impero romano d’Occidente, Amiterno visse un periodo di grande decadenza, fino a essere completamente abbandonata con la fondazione della nuova città.[39]

INFORMAZIONI
L’Aquila
comune
(dettagli)(dettagli)
Localizzazione
Stato Italia
Regione Abruzzo
Provincia L’Aquila
Amministrazione
SindacoPierluigi Biondi (FdI) dal 28-6-2017 (2º mandato dal 20-6-2022)
Territorio
Coordinate42°21′14.43″N 13°23′31.17″ECoordinate42°21′14.43″N 13°23′31.17″E (Mappa)
Altitudine714 m s.l.m.
Superficie473,91 km²
Abitanti69 555[2] (31-8-2023)
Densità146,77 ab./km²
FrazioniVedi elenco
Comuni confinantiAntrodoco (RI), BareteBariscianoBorgorose (RI), Cagnano AmiternoCampotostoCapitignanoCrognaleto (TE), Fano Adriano (TE), FossaIsola del Gran Sasso d’Italia (TE), LucoliMagliano de’ MarsiOcrePietracamela (TE), PizzoliRocca di CambioRocca di MezzoSanto Stefano di SessanioScoppitoTornimparte
Altre informazioni
Cod. postale67100
Prefisso0862
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT066049
Cod. catastaleA345
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[3]
Cl. climaticazona E, 2 514 GG[4]
Nome abitantiaquilani
Patronosan Massimosant’Equiziosan Pietro Celestinosan Bernardino da Siena
Giorno festivo10 giugno
PIL(nominale) 1 519 mln  (2021)[1]
PIL procapite(nominale) 21 860,5  (2021)[1]
MottoImmota Manet
P a n o r a m i W e b