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Meteogramma di Castellabate (SA)

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Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

Castellabate (IPA[kastɛllaˈbate][5] Castiellabbate in dialetto cilentano[6]) è un comune italiano sparso di 8 655 abitanti della provincia di Salerno in Campania. La sede comunale è ubicata nella frazione Santa Maria.

Il comune si trova sulla costiera cilentana e il suo territorio rientra completamente nel parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, dichiarato nel 1998 Patrimonio mondiale dell’umanità dall’UNESCO. I suoi ambienti marini formano l’area marina protetta Santa Maria di Castellabate.

Litorale di Santa Maria

Il comune di Castellabate si estende prevalentemente sulla costa tirrenica, nell’estremo meridionale del golfo di Salerno, fra la punta del Saùco nei pressi di Tresino a nord, e il fiume Rio Arena (a Ogliastro Marina) a sud. Confina con Agropoli (a nord), Laureana Cilento (a nord-est), Perdifumo (a est) e Montecorice (a sud).

Il territorio comunale è compreso interamente nel parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni e i suoi maggiori rilievi sono il monte Tresino (355 m s.l.m.) e il monte Licosa (326 m s.l.m.). Il capoluogo domina un promontorio (278 m s.l.m.), un’estrema propaggine del monte Stella a ridosso della fascia costiera tra punta Licosa e punta Pagliarolo e delle frazioni di Santa Maria e San Marco. L’unico fiume permanente è il Rio Arena, gli altri corsi d’acqua sono legati principalmente alle precipitazioni piovose.

Golfo di Castellabate

Il mare e la costa di Castellabate sono dal 1972 sotto tutela biologica marina per preservarne il patrimonio naturale e ambientale, rappresentando uno dei primi esempi di parco marino in Italia[7]. Nel 2009 è stata istituita l’area marina protetta Santa Maria di Castellabate, che abbraccia la zona tra la baia del Saùco (o del Vallone) e la punta di Ogliastro. L’area è suddivisa in zone sottoposte a diverso regime di tutela ambientale, tenuto conto delle caratteristiche ambientali e della situazione socioeconomica presente. La zona A di riserva integrale vieta anche la balneazione e riguarda la costa tra punta Tresino e vallone Maroccia. La zona B (tratto di mare circostante la zona A e quello tra punta Torricella e punta Ogliastro) di riserva generale consente la balneazione e la navigazione a velocità non oltre i cinque nodi entro 300 metri dalla costa. La zona C di riserva parziale con limitazioni circoscritte comprende il residuo tratto di mare all’interno dell’area marina protetta[8].

Baia Ogliastro Marina

Alcuni dei suoi ambienti naturali, sia marini che collinari, sono inseriti nella Rete Natura 2000, un sistema di aree protette secondo le direttive europee Habitat (92/43/CE) e Uccelli (74/409/CE), che mirano alla tutela di habitat naturali dove le specie animali e vegetali sono minacciate a livello comunitario. Le zone di protezione speciale che rientrano nel comune sono il parco marino di Santa Maria di Castellabate (5019 ha) e la costa tra punta Tresino e le Ripe Rosse (2841 ha, dove queste ultime rientrano nel comune di Montecorice), mentre i siti di importanza comunitaria sono l’isola di Licosa (5 ha), monte Licosa e dintorni (1096 ha) e monte Tresino e dintorni (1339 ha)[9].

Affioramento degli strati inclinati del Flysch del Cilento a Licosa

Il territorio di Castellabate, soprattutto nella zona costiera di Licosa e Ogliastro Marina, è caratterizzato dalla presenza del “flysch del Cilento“, una roccia sedimentaria composta da diverse stratificazioni (costituite tipicamente da alternanze cicliche di arenaria, di argilla o marna, di calcare). Si è formata a seguito dell’erosione delle montagne in formazione, che sono emerse dal mare, e i cui detriti quindi si sedimentarono nelle adiacenze dei bacini marini. Tali rocce, immerse nella macchia mediterranea, degradano lentamente nel mare estendendosi anche per oltre cinque miglia. Nei fondali questa conformazione rocciosa, formata da numerose cavità e spaccature, viene utilizzata come rifugio da diversi organismi animali e vegetali. Tra San Marco e punta Licosa è ben visibile l’affioramento degli strati del flysh, che si presentano deformati e inclinati rispetto all’originario assetto orizzontale e l’azione del moto ondoso, erodendo maggiormente i livelli più teneri, ne esalta la stratificazione.

Aloclastismo a Tresino

Altri tratti di costa sono interessati da fenomeni erosivi, dovuti principalmente a fattori climatici, che hanno dato vita a spiagge fossili (come quella di San Marco) o a azioni disaggregative delle rocce, come nel caso della costa che va da punta Pagliarolo a punta Tresino. In questo tratto la costa risulta essere particolarmente accidentata, formata da grandi blocchi e segnata numerose fratture chiamate diaclasi.

Il fenomeno erosivo è testimoniato anche dalle caratteristiche rocce che si sono formate e levigate nel tempo: come lo scoglio “della Tartaruga” e quello “della Principessa saracena”, che richiama nella forma il viso di una donna intenta ad ammirare il mare[15]. Tale scoglio, secondo una leggenda del posto, è la principessa saracena Ermigarda, la quale si gettò nel mare per unirsi al suo amato pescatore Octavio inghiottito dalle onde. Nettuno per pietà li trasformò in scogli[16].

Un altro fenomeno che va a modellare la forma delle rocce arenarie della costa è quello dell’aloclastismo, dovuto alla cristallizzazione del sale marino, il quale con la sua azione espansiva disgrega la roccia creando una serie di sculture alveolari molto particolari.

Tramonto dal Belvedere San Costabile

La zona, data la sua posizione geografica sulla costa tirrenica, è contraddistinta da un clima mediterraneo, con estati calde, inverni miti e tante giornate di sole. Le temperature medie del mese più freddo, gennaio, vanno da una minima di 4 °C a una massima di 12 °C, mentre in luglio e agosto si passa dai 18 °C ai 29 °C. Il clima temperato è favorito anche dalla protezione dell’Appennino lucano che ripara la zona dai venti freddi in inverno. Le precipitazioni, molto scarse nei mesi estivi, toccano il picco massimo in dicembre, quando piove in media un giorno ogni due[15]. Nel 1811 dal Belvedere di San Costabile: «Qui non si muore!», pronunciò il re Gioacchino Murat riferendosi alla salubrità del clima di Castellabate[17].

La stazione meteorologica più vicina è quella di Casal Velino. In base alla media trentennale di riferimento 19611990, la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta a +8,7 °C; quella del mese più caldo, agosto, è di +25,7 °C.

INFORMAZIONI
Castellabate
comune
(dettagli)(dettagli)
Vista panoramica
Localizzazione
Stato Italia
Regione Campania
Provincia Salerno
Amministrazione
SindacoMarco Rizzo (civico) dal 4-10-2021
Data di istituzione8 agosto 1806[1]
Territorio
Coordinate40°16′44″N 14°57′10″ECoordinate40°16′44″N 14°57′10″E (Mappa)
Altitudine278 (centro storico), 35 (sede municipale) m s.l.m.
Superficie37,43 km²
Abitanti8 667[2] (31-8-2023)
Densità231,55 ab./km²
FrazioniAlanoLagoLicosaOgliastro MarinaSan MarcoSanta MariaTresino
Comuni confinantiAgropoliLaureana CilentoMontecoricePerdifumo
Altre informazioni
Cod. postale84048
Prefisso0974
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT065031
Cod. catastaleC125
TargaSA
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[3]
Cl. climaticazona C, 1 088 GG[4]
Nome abitanticastellabatesi, castellani
Patronosan Costabile
Giorno festivo17 febbraio
P a n o r a m i W e b