Eremo San Alberico



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Meteogramma di Sant'Alberico (FC)

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L’Eremo di Sant’Alberico è l’unico di tanti cenobi e romitaggi medievali di questa zona rimasto attivo fino ai giorni nostri. La vita del fondatore Alberico, morto intorno al 1050, è scarsamente documentata: costruì sotto un aspro versante del Fumaiolo un romitorio – una cella e due grotte scavate nella roccia – ove visse in penitenza e santità, operando miracoli e guarendo malattie addominali ed ernie. L’eremo, di fondazione benedettina, passò ai Camaldolesi che lo custodirono dal XII secolo fino al 1822 quando, unitamente alla vicina “grancia” o fattoria che possedevano nella vicina Cella “inter ambas Paras”, fu venduto a privati e prestò rovinò. Fu monsignor Francesco Dezzi della Falera (1842-1921) a toglierlo dall’abbandono: ricevutolo in eredità, nel 1873 lo ricostruì dalle fondamenta erigendovi una chiesetta e qualche stanza per il romito; ma soprattutto ridette vigore al culto di Sant’Alberico, la cui venerazione s’era diffusa per una vasta area tra Romagna, Toscana e Marche. L’eremo è stato poi sempre custodito da un romito laico: intorno al 1840 vi fu Bastiano Santucci, e – dopo la riedificazione – Pietro Moretti (1847-1929) indi Abramo Giambagli dal 1927 fino al 1951. Oggi l’eremo è intimamente legato all’apostolato silenzioso, alla dura penitenza e carità infinita di don Quintino Sicuro (1920-1968), asceta di straordinaria levatura morale. Vestito d’uno spolverino bianco, sandali, barba lunga, vi arrivò dalla Puglia, trentaquattrenne, nel giugno del 1954 quando era cadente ed abbandonato. Dopo anni di penitenza e preghiera, raggiunse la consacrazione sacerdotale nel dicembre del 1961; indi tra il 1965 e il 1967, con povertà di mezzi, iniziò a ricostruirlo integralmente, facendolo più grande ed ospitale cenacolo ove ritemprare ed educare lo spirito, riconsacrandolo col suo esempio. Da quella solitudine irradiò una forte testimonianza cristiana che portava a lui devoti da ogni parte. Ora riposa in un masso scavato con le sue mani, all’aperto, di fronte alla chiesa. Per lui, nel 1985, è stata introdotta la causa di beatificazione e canonizzazione. Il successore, frate Vincenzo Minutello, pugliese anch’egli e suo collaboratore fin dal 1962, ne è stato custode fino al 2006, anno di sua morte. Oggi è affidato all’eremita Giovanbattista Ferro. Nella chiesetta di pietra ad una navata si conservano una tibia del Santo fondatore ed una statua in pietra, che i fedeli usano appoggiare sull’addome per ottenere il miracolo della guarigione. L’eremo è attrezzato per l’accoglienza con pernottamento (13 posti) solo per ritiri ed esercizi spirituali. Il 29 agosto si celebra, con grande concorso di fedeli, la secolare Festa di Sant’Alberico.

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