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Napoli (AFI: /ˈnapoli/[6] ascoltai; in napoletano Napule, pronuncia [ˈnɑːpulə]) è un comune italiano di 910 294 abitanti,[3] terzo in Italia per popolazione, capoluogo della Regione Campania, dell’omonima città metropolitana e centro di una delle più popolose e densamente popolate aree metropolitane d’Europa.
Fondata dai cumani nell’VIII secolo a.C., fu tra le città più importanti della Magna Grecia[7] e giocò un notevole ruolo commerciale, culturale e religioso nei confronti delle popolazioni italiche circostanti.[8] Dopo il crollo dell’Impero romano, nell’VIII secolo la città formò un ducato autonomo indipendente dall’Impero bizantino; in seguito, dal XIII secolo e per più di cinquecento anni, fu capitale del Regno di Napoli; con la Restaurazione divenne capitale del Regno delle Due Sicilie sotto i Borbone fino all’Unità d’Italia.
Sede della Federico II, la più antica università del mondo a essere nata attraverso un provvedimento statale,[9] ospita, altresì, L’Orientale, la più antica università di studi sinologici e orientalistici del continente,[10] e la Nunziatella, una delle più antiche accademie militari al mondo, eletta patrimonio storico e culturale dei Paesi del Mediterraneo da parte dell’Assemblea parlamentare del Mediterraneo.[11] Luogo d’origine della lingua napoletana, ha rivestito e riveste tuttora un forte peso in numerosi campi del sapere, della cultura e dell’immaginario collettivo.
Protagonista dell’umanesimo[12] e centro illuminista di livello europeo,[13] Napoli è stata a lungo un punto di riferimento globale per la musica classica e l’opera attraverso la scuola musicale napoletana,[14] dando tra l’altro origine all’opera buffa.[15]
Città dall’imponente tradizione nel campo delle arti figurative, che affonda le proprie radici nell’età classica, ha dato luogo a movimenti architettonici e pittorici originali, quali il Rinascimento napoletano[16] e il barocco napoletano,[17] il caravaggismo,[18] la scuola di Posillipo,[19] la scuola di Resina e il liberty napoletano,[20] nonché ad arti minori, ma di rilevanza internazionale, quali la porcellana di Capodimonte[21] e il presepe napoletano.[22]
È all’origine di una forma distintiva di teatro,[23] di una canzone di fama mondiale[24] e di una peculiare tradizione culinaria[25] che comprende alimenti che assumono il ruolo di icone globali, come la pizza napoletana[26] e l’arte dei suoi pizzaioli, che è stata dichiarata dall’UNESCO patrimonio immateriale dell’umanità.[27]
Nel 1995 il centro storico di Napoli è stato riconosciuto dall’UNESCO come patrimonio dell’umanità per i suoi monumenti, che testimoniano la successione di culture del Mediterraneo e dell’Europa.[28] Nel 1997 l’apparato vulcanico Somma–Vesuvio è stato eletto dalla stessa agenzia internazionale (con il vicino Miglio d’Oro, in cui ricadono anche i quartieri orientali della città) tra le riserve mondiali della biosfera.[29]
Napoli sorge quasi al centro dell’omonimo golfo “dominato” dal vulcano Vesuvio e delimitato a est dalla penisola sorrentina con Punta Campanella, a ovest dai Campi Flegrei con Monte di Procida, a nord ovest-est dal versante meridionale della piana campana che si estende dal lago Patria al nolano.
Il territorio di Napoli è composto da molti rilievi collinari (la collina dei Camaldoli, il più alto, raggiunge i 457 m), ma anche da isole e penisole a strapiombo sul Mar Tirreno.
Il territorio urbano, limitato a occidente dal vulcano Campi Flegrei e a oriente dal Somma-Vesuvio, ha una storia geologicamente complessa.[30] Il substrato su cui poggia la città ha origine eminentemente vulcanica ed è il prodotto di una serie di eruzioni dei due complessi.[31]
Secondo la classificazione sismica nazionale, Napoli è ubicata in zona 2 (sismicità media).[32]
«Neapolis ebbe questo nome in seguito a un atto di rifondazione, che, come sappiamo, non fu unico e non si limitò soltanto alla fase iniziale della sua vita, ma conobbe, negli anni seguenti, altre esperienze analoghe, sicché possiamo quasi dire che Neapolis, alla fine, risultò una specie di nome-programma di una città protagonista di processi tali da farle valere il titolo di città delle rifondazioni, destinata a vivere frequenti rinnovamenti.»
(In Napoli prima di Napoli, di Daniela Giampaola, Emanuele Greco[40])
L’etimologia del nome «Napoli» deriva dal termine greco Neapolis (Νεάπολις) che significa «città nuova», mentre la sua radice fa riferimento all’arrivo di nuovi coloni, dunque ad una epoikia. In realtà, fu un vero e proprio tratto distintivo dell’epoca greca. La città assorbiva nuove componenti e ogni volta rinasceva come Neapolis, la “Città Nuova”, appunto: dopo la sua rifondazione, l’insediamento ribadì il proprio nome col sovrapporsi della componente ateniese, pithecusana, cumana (i profughi scampati, intorno al 421 a.C., alla presa della città da parte dei Campani) e osca.[41]