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Meteogramma di Nocera Inferiore (SA)

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Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

Nocera Inferiore (Nucera in napoletano[5]AFI/nu’tʃɛrə/, localmente [nu'(t)ʃæːrə]) è un comune italiano di 43 860 abitanti della provincia di Salerno in Campania.

La sua storia, fino al 1851, è intrecciata con quella della confinante Nocera Superiore: le due città hanno infatti una comune origine e per lungo tempo hanno fatto parte di un’unica comunità. Antichissima città di origine etrusca, al suo nome è legato un alfabeto e batté moneta durante la fase sanniticaCicerone la definì una delle città principali della Campania[6]. È sede di una diocesi dal III secolo. È stata teatro di due storiche battaglie, la battaglia dei Monti Lattari e la Battaglia di Nocera. Nel 1806 lo scioglimento di Nocera dei Pagani diede origine a cinque comuni: Nocera San Matteo, Nocera Corpo, PaganiSant’Egidio del Monte Albino e Corbara.

Nocera Inferiore ospita un tribunale, un ospedale e numerosi istituti superiori e licei. Possiede due uscite autostradali su due diverse direttrici (l’A3 e l’A30). È capolinea della ferrovia Codola-Nocera Inferiore, e della circumsalernitana.

Grazie alle aree di particolare pregio naturalistico, fa parte dell’area tutelata del parco regionale dei Monti Lattari e del parco regionale Bacino Idrografico del fiume Sarno.

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Panorama della città dai monti Lattari

«Questa terra è a tal punto fertile e bella come una campagna che Dio ha benedetto. Qui, presso il Borgo, si scorge nei campi la chiesa di San Prisco […] e tutto intorno al castello si scorgono ancora le fondamenta di case, che mostrano che qui ci fu un tempo una città di cui ora si vedono le rovine»

(Teodorico di NiemDe schismate libri III)

L’Agro nocerino-sarnese visto dai Monti Lattari.

Considerata tradizionalmente «la capitale dell’Agro nocerino-sarnese»[7][8], valle a est del Vesuvio, la città sorge lungo la dorsale settentrionale dei monti Lattari. È posta a 43 metri sul livello del mare. L’altitudine minore è di 18 m s.l.m., quella maggiore raggiunge i 1.075 m s.l.m. (sommità del Monte Albino), per una escursione altimetrica di 1057 m.

Il grado di sismicità è medio (pericolosità sismica 2). La città risente delle scosse provocate dall’attività del Vesuvio, da cui dista circa 20 km. La città è fuori dalla “zona rossa”, ma rientra nella “zona gialla” siccome i venti dominanti che lambiscono la cima del vulcano hanno sempre trasportato in città lapilli e detriti[9].

In passato è stata interessata più volte da eventi sismici che hanno avuto il loro epicentro in diverse zone del sud Italia. Il più violento è stato il Terremoto dell’Irpinia del 23 novembre 1980.

L’assetto idrogeologico dell’area è fortemente instabile. Oltre ai fenomeni di alluvioni occasionali e ciclici (la storia ne ricorda diverse, anche funeste), il territorio è soggetto a frane. Precipitazioni di carattere eccezionale possono portare a colate di fango dalle conseguenze spesso mortali.

L’ultimo fenomeno si verificò il 4 marzo 2005, quando una frana in località Santa Croce (verso il confine con Nocera Superiore) causò la morte di tre persone. In passato una frana di dimensioni minori interessò un tratto dell’A3, travolgendo alcune auto in transito causando un morto; eventi storici hanno coinvolto nel XIII secolo il convento di Santa Chiara e nel XVIII secolo il Santuario di Santa Maria dei Miracoli di Mont’Albino.

La città sorge in una valle, chiusa a sud dal Monte Albino, versante settentrionale dei Monti Lattari, e a nord da una serie di rilievi collinari dei Monti Picentini; a est il territorio è aperto verso Nocera Superiore e Cava de’ Tirreni, mentre ad ovest la valle è chiusa parzialmente dalla collina di San Pantaleone, per poi aprirsi verso la piana del Sarno, il golfo di Napoli ed il Vesuvio.

Le ultime propaggini dei Monti Picentini, sono rappresentate dai rilievi collinari di Torricchio, Chivoli e della collina di Sant’Andrea (nota in passato come monte di San Francesco o collina del Parco).

Un tratto dell’alveo comune nocerino.

La città è attraversata dai torrenti Cavaiola e Solofrana, che si uniscono in pieno centro formando l’Alveo comune nocerino, che sfocia nel fiume Sarno, il quale corre per un piccolo tratto periferico del territorio cittadino.

Sono presenti, inoltre, piccoli torrenti come la Matrognana, che scende da Mont’Albino (montagna che fa parte dei Monti Lattari), alcuni rivi che scorrono nelle zone delle starze, che sono soggetti a straripamenti frequenti nelle giornate di forti piogge, e il rio Santa Marina nella zona di Fiano (ai confini con Lavorate di Sarno).

Presente anche un laghetto detto “San Mauro” (nella omonima zona della città), la cui portata è notevolmente ridotta rispetto al passato.

Il clima della città è mediterraneo, inserita nella zona climatica C. Un detto popolare dice che per capire che tempo farà bisogna “guardare verso Castellammare“, cioè ad ovest: a causa dell’influenza che il Vesuvio esercita a livello di correnti, si crea intorno ad esso un vortice che convoglia i sistemi nuvolosi provenienti dal mare verso la valle del Sarno.

Le temperature medie rilevate dalle due stazioni meteorologiche presenti in città non sono mai troppo basse in inverno ed estremamente elevate in estate, tuttavia le temperature percepite sono più estreme in quanto risentono dell’elevata umidità che la conformazione orografica del luogo fa stazionare in città.

venti raramente sono molto forti. Le precipitazioni sono frequenti dall’autunno sino alla primavera, e scarse in estate.

Le vicendevoli leggende narrano di una principessa etrusca che sarebbe scappata dalla città natia per amore, e sarebbe venuta a morire in queste zone. In suo ricordo il padre avrebbe eretto una città che avrebbe perpetuato il suo ricordo, dandole il suo nome: Nuceria. Priva di fondamento è anche la leggenda della grande alluvione che spazzò via un intero bosco lasciando in piedi un solo albero di noce (dal latino nux, nucis – Nuceria), che tuttavia conserva la memoria delle alluvioni che certamente dovevano essere frequenti in una pianura fluviale.

La verità circa l’origine del nome (e quella bellicosità delle popolazioni confinanti di cui sopra) è venuta dallo studio delle iscrizioni sulle monete della città (Nuceria aveva una propria zecca), vi si legge il primo nome della stessa: Nuvkrinum Alafaternum. Analizzando queste due parole i linguisti hanno scisso i termini in questo modo:

nuv + krin -um alafartern -um: letteralmente: Nuova (= nuv) Rocca (= krin) degli Alfaterni.

Il nome odierno, Nocera Inferiore, deriva dall’italianizzazione del toponimo Nuceria (anche se la /u/ è rimasta nell’accezione popolare e dialettale) e dalla posizione geografica della città che, nel 1806, nacque dalla frantumazione di Nocera dei Pagani, sancendo la nascita di cinque comuni, tra cui le due Nocera, differenziate a seconda dell’altezza sul livello del mare.

Prima attestazione del nome della città

Tale nome, tuttavia, ricorre in una pluralità di toponimi (Nocera Tirinese, Nocera Umbra) attinenti a zone geografiche dalle influenze linguistiche primigenie differenti. Pertanto, ignorando la fonte primaria di epoca sannitica, c’è chi opterebbe per un’origine latina da nucerium (‘noceto’)[10][11].

INFORMAZIONI
Nocera Inferiore
comune
(dettagli)
Localizzazione
Stato Italia
Regione Campania
Provincia Salerno
Amministrazione
SindacoPaolo De Maio (PD) dal 13-6-2022
Data di istituzione1851[1]
Territorio
Coordinate40°45′N 14°38′ECoordinate40°45′N 14°38′E (Mappa)
Altitudine43 m s.l.m.
Superficie20,95 km²
Abitanti43 860[2] (31-5-2023)
Densità2 093,56 ab./km²
Comuni confinantiNocera SuperioreRoccapiemonteCastel San GiorgioPaganiSan Valentino TorioSarnoTramonti
Altre informazioni
Cod. postale84014
Prefisso081
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT065078
Cod. catastaleF912
TargaSA
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[3]
Cl. climaticazona C, 1 194 GG[4]
Nome abitantinocerini
Patronosan Prisco
Giorno festivo9 maggio
P a n o r a m i W e b